Panoramica mercati
Il rapporto sul mercato del lavoro degli Stati Uniti di venerdì ha costretto gli investitori a pensare che le banche centrali aumenteranno maggiormente i tassi di interesse e che potrebbe passare del tempo prima che si vedano tagli. I mercati azionari negli Stati Uniti sono scesi ieri: l’S&P 500 di -0,6% e il Nasdaq di -1,0%. Durante la notte e la mattina, gli scambi in Asia si sono leggermente stabilizzati con l’Hang Seng a +0,9% mentre il Nikkei giapponese è rimasto invariato. I tassi a lungo termine americani hanno continuato a salire fino a 3,62%. Nella lotta tra inflazione (banca centrale) e timori per la crescita, sono ancora molto probabili ampi movimenti dei tassi di interesse. Salgono a quasi 3.000 le vittime del devastante sisma che ha colpito la Turchia e la zona nord-occidentale della Siria e che ha provocato la sospensione delle operazioni del principale hub petrolifero turco a Ceyhan, bloccando il flusso di greggio dall’Iraq e dall’Azerbaigian. Stamattina il cambio euro/dollaro vale 1,0739 (in rialzo di 0,08%).
Oil
I prezzi del greggio sono scesi bruscamente nel tardo pomeriggio di venerdì da 84 a 79,6 $/b, principalmente per i timori di un’ulteriore stretta monetaria negli stati uniti che potrebbe portare a una recessione. L’aumento delle scorte petrolifere statunitensi (greggio e prodotti) era già stato una delle forze trainanti del calo dei prezzi della scorsa settimana. Il prezzo del Brent è di circa 82,11 $/b questa mattina. Ieri è entrato in vigore l’embargo UE sui prodotti petroliferi russi. È accompagnato da un pricecap di $100/b applicato anche dai paesi del G7 e dall’Australia su tutti i prodotti petroliferi scambiati a premio rispetto al greggio e di $45/b per i prodotti scambiati a sconto, come l’olio combustibile pesante. Per il momento, l’elevato livello di scorte di gasolio nell’area ARA garantisce l’approvvigionamento ai paesi dell’Europa occidentale e, come è avvenuto per il greggio, il price-cap non dovrebbe interrompere i flussi russi. Il problema potrebbe riguardare più la capacità della Russia di trovare nuovi clienti per reindirizzare le sue esportazioni, poiché anche India e Cina sono esportatori di diesel. Un forte terremoto ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. L’oleodotto che portava il petrolio iracheno al porto turco di Ceyhan è stato chiuso per precauzione, ma non sono stati segnalati danni.
Outlook: sideways
Gas
Il mercato sembra aver trovato il suo equilibrio, con prospettive sulla volatilità, cui ci aveva abituato, decisamente ridimensionate. I fondamentali rimangono ribassisti, nonostante l’importante domanda di questa settimana. Le temperature tornano abbondantemente sopra media sulla seconda parte di febbraio. La supply norvegese è rosea e anche i contratti dal nord-Africa, che avevano subito una flessione su gennaio, tornano a buoni livelli. L’LNG sembra destinato a rimanere protagonista su tutto il restante calendario 2023 con gli spread con il JKM favorevoli all’Europa. Carbone e CO2 rimangono supportivi, in termini di coal switching price e in generale la domanda industriale potrebbe ripartire a questi livelli di prezzo sui prossimi mesi. Livelli di stoccaggio ottimistici, soprattutto per l’Italia. Questa mattina il mese di marzo TTF scambia a 58 €/MWh (PSV-TTF marzo +1,75 €/MWh) mentre la summer23 TTF a 60 €/MWh (PSV-TTF sum23 +1,75 €/MWh).
Outlook: sideways
Power
La settimana in delivery si è mantenuta fredda, come da forecast della scorsa settimana, anche se la tensione sui prezzi alla fine non è risultata troppo forte. La week front tornerà ad avere temperature decisamente sopra media in tutta Europa. Per l’Italia l’unica nota bullish deriverà dalla quasi assenza di rinnovabili. Il vento scarso incentiverà le importazioni dall’estero, mentre l’idro sotto media stagionale sta nuovamente portando il livello di febbraio 2023 ad essere pari a quello storicamente minimo del 2022. La curva power ha ripreso vigore rispetto a quanto successo nel corso del mese di gennaio. Il cal tedesco la scorsa settimana ha trovato supporto grazie al trend bullish dell’EUA. Il cal italiano ha seguito anche se con un po’ di ritardo. Questa settimana, tuttavia, la situazione sembra appiattirsi senza troppe spinte né al rialzo né al ribasso.
Outlook: sideways
EUA
Il prezzo del contratto EUA dec-23 ieri sera ha chiuso a 91,18 €/ton, in leggero aumento rispetto al close di venerdi 93,67 €/ton. Volumi d’asta leggermente inferiori questa settimana potrebbero fornire un certo supporto. Ci saranno quattro aste senza l’asta bisettimanale polacca. Gli Open Interest dei futures del contratto Dec-23 su ICE sono aumentati nelle ultime due settimane, raggiungendo 281 Mt ad oggi. Le previsioni di vento e temperature in rialzo potrebbe intaccare la domanda EUA e dare una spinta bearish. I dati Commitments of Traders di mercoledì scorso hanno mostrato che le società di investimento hanno aumentato la loro posizione lunga di 7,7 milioni. Di conseguenza, le loro posizioni nette sono diventate long nette di 1,3 Mt da short nette di 9,2 Mt nella settimana precedente. La commissione per l’ambiente del Parlamento europeo voterà questo giovedì 9 febbraio sul proposto meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM), questa misura mira a combattere la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, in quanto imporrà lo stesso livello di requisiti previsti per le emissioni di carbonio anche per le merci importate, così come per quelli di produzione nazionale. Il CBAM riguarderà inizialmente una serie di prodotti specifici in alcuni dei settori a più alta intensità di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, elettricità e idrogeno, nonché alcuni precursori e un numero limitato di prodotti a valle.
Outlook: sideways