Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una forte volatilità dei mercati che ha portato da metà luglio in poi ad un costante aumento dei prezzi del gas sui valori forward.
Le cause di questi aumenti sono riconducibili a diversi fattori.
Aumento dei prezzi delle principali commodity
Da un lato troviamo le principali commodity in costante aumento o comunque stabili su valori sostenuti. Oltre alla CO2, che da metà giugno ha subito un aumento del 30%, a pesare sono gli incrementi di carbone e greggio.
Prezzi del gas in aumento: l’indisponibilità delle infrastrutture
A questi aumenti dobbiamo aggiungere l’indisponibilità di alcune infrastrutture in Nord Europa che continuano a rappresentare un importante fattore di rischio lato fornitura, in particolare sul breve termine alla luce di una domanda fortemente sostenuta dal comparto termoelettrico e dalle iniezioni nei centri di stoccaggio.
Aumento dei prezzi del gas: la riduzione degli stoccaggi
Sul lungo termine ed in particolare per il prossimo inverno, sta pesando sulle quotazioni la situazione degli stoccaggi, aggravata specialmente nel Regno Unito per l’assenza del sito di Rough, che con i suoi 3,3 miliardi di MC di capacità di stoccaggio rappresenta il 70% dello stoccaggio di tutto il Regno Unito.
Riduzione della produzione e aumento dei prezzi
Inoltre la riduzione della produzione del sito olandese di Groeningen, rende più critica la situazione: la scarsa flessibilità di approvvigionamento potrebbe tradursi in emergenza in caso di picco di domanda in concomitanza di ondate di freddo o di indisponibilità di generazione elettrica da altre fonti e questo porta il mercato ad aumentare il premio sulle quotazioni invernali.
Prezzi del gas: previsioni nel breve termine
In conclusione, l’utilizzo del GAS nel breve periodo per la produzione termoelettrica, associato al timore di un’esigua disponibilità nel prossimo inverno rende i prezzi attesi per i prossimi mesi in forte rialzo senza realistiche aspettative di un importante riassetto del prezzo nel breve periodo.