Panoramica mercati
I terribili eventi dello scorso fine settimana in Israele e la nuova guerra con Gaza hanno finora avuto un impatto relativamente limitato sui mercati finanziari. Ieri i mercati azionari europei hanno chiuso leggermente in ribasso (Euro stoxx 600 -0,3%) mentre gli indici azionari americani hanno chiuso in rialzo (S&P 500 +0,6%) guidati dal forte aumento dei prezzi delle società legate all’energia e alla difesa. Se più paesi venissero coinvolti nel conflitto, il quadro dei rischi potrebbe ovviamente cambiare. Le possibilità di sanzioni più severe contro l’Iran e di una riduzione dell’offerta di petrolio da quel paese sono viste come un rischio al rialzo per il prezzo del petrolio e questo probabilmente ha contribuito al rialzo che abbiamo visto dopo il fine settimana. Il mercato dei tassi negli Stati Uniti è stato chiuso ieri a causa del Columbus Day, ma oggi, alla ripresa delle contrattazioni in Asia, il rendimento dei titoli a 10 anni è sceso di circa 15 punti. I rendimenti tedeschi a 10 anni hanno continuato a scendere durante la notte e sono scambiati a quasi 15 punti base fino alla chiusura di venerdì. Tuttavia, il dollaro, che normalmente è sostenuto dalle preoccupazioni geopolitiche, è rimasto relativamente invariato. I futures azionari sono in rialzo rispetto agli scambi odierni in Europa e le azioni statunitensi e asiatiche sono generalmente in rialzo, soprattutto in Giappone (Nikkei in rialzo di oltre il 2%), ma in ribasso a Shanghai.
OIL
Il prezzo del Brent che ieri mattina presto aveva toccato gli 89 $/b, è sceso ma rimane, a 87,89 $/b, quasi 3 $/b al di sopra del livello di chiusura di venerdì. Le preoccupazioni circa il potenziale coinvolgimento diretto dell’Iran nel conflitto sulla Striscia di Gaza che attualmente vede contrapposti Israele ad Hamas e, in misura minore, Hezbollah persistono, ma non si traducono in un’impennata dei prezzi del petrolio. Naturalmente, la situazione cambierebbe se, le sanzioni contro il paese fossero riapplicate in modo rigoroso o se il trasporto di petrolio via mare fosse compromesso, ad esempio nello Stretto di Hormuz attraverso il quale 1/6 del consumo mondiale di petrolio passa. Per la cronaca, le esportazioni iraniane sono aumentate di 1 mb/g dallo scoppio della guerra in Ucraina. L’OPEC ha pubblicato ieri uno studio in cui prevede un aumento della domanda di petrolio del 16% da qui al 2045. Outlook: bullish
GAS
Le tensioni in Palestina hanno scatenato effetti a catena che arrivano ad influenzare anche la situazione sui mercati delle commodities, in particolare lo schieramento di Paesi come l’Algeria ridisegnano forse gli equilibri per oil e gas. In un gioco che resta più politico che fondamentale il prezzo del mese di Novembre è salito del 25% in poco meno di 24 ore. Dopo un fine settimana con temperature fuori controllo si preannuncia la prima settimana fredda di questo nuovo anno termico. La prossima infatti vedrà temperature in media stagionale tendenti al freddo con un vento importante a condire questa perfetta ricetta autunnale. La produzione Norvegese vede una ripartenza effettiva con flussi stabilmente alti, nonostante le piccole manutenzioni diffuse. I flussi nordafricani, invece, ci trasmettono incertezza con Mazzara che diminuisce ancora l’importazione a 50 mSmc/gg (rispetto agli 83 a cui eravamo abituati a Settembre). Gli stoccaggi decisamente pieni al 97% per l’Italia non destano per ora preoccupazioni. È l’ennesimo short squeeze sul brevissimo periodo con un DA che insegue mese front. Il mercato abbandona ancora una volta la lettura dei fondamentali, affidando il mercato a dinamiche algoritmiche poco chiare. Questa mattina il mese di novembre TTF scambia a 46 €/MWh (PSV-TTF -0,25 €/MWh) mentre la summer24 TTF a 48,25 €/MWh (PSV-TTF 1 €/MWh). Outlook: sideways-bullish
Power
Inizia un cambiamento del meteo per questo ottobre. L’incursione da nord-est della bassa pressione porterà le prime vere temperature autunnali, su UK già a partire dal weekend, su Germania e Francia dal lunedì e poi in Italia, in particolare nella zona nord, da mercoledì 18. La bassa pressione porterà con se anche vento sopra media, diffuso in tutta Europa, e precipitazioni abbondanti. Sulla curva la ripresa dei prezzi power deriva principalmente dal rialzo dei prezzi gas e delle emissioni. Il CAL24 italiano ha aperto la settimana in gap up, rispetto al close di venerdì scorso a 133 €/MWh, e questa mattina in apertura è scambiato a 142,5 €/MWh. La scorsa settimana l’RSI abbondantemente in zona di ipervenduto lasciava terreno alla possibilità di una ripresa dei prezzi. Come segnalato nel precedente report la linea media di Bollinger ha svolto il ruolo di resistenza fino alla chiusura di venerdì scorso e in questi primi due giorni di trading c’è stata la rottura al rialzo e l’attesa uscita dell’RSI dalla zona di ipervenduto. Outlook: sideways – bullish
EUA
Il prezzo eua DEC-23 ieri ha chiuso la sessione a 81,63 €/ton in salita dal close di venerdi 80,52 €/ton. Il segnale proveniente dal mercato finanziario più ampio è leggermente ribassista poiché il conflitto israelo-palestinese pesa sul sentiment. Il prezzo dell’EUA potrebbe subire pressioni a causa dell’aumento dei volumi delle aste questa settimana. Questa settimana si terranno cinque aste, ciascuna con un livello normale di volumi, che vanno da 2,15 Mt a 3,35 Mt. Tra le materie prime energetiche, i prezzi degli EUA potrebbero rimanere strettamente correlati ai prezzi del gas, il rialzo del prezzo del TTF potrebbe supportare l’EUA. Secondo il modello Carbon Research Price Forecasting di LSEG, l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, sostenuto dai nuovi responsabili della politica climatica dell’UE, spingerà il prezzo delle EUA sopra i 400 €/t entro due decenni. L’ultimo report COT pubblicato da ICE ha mostrato che i fondi di investimento hanno ridotto le loro posizioni corte nette a 17,7 Mt la scorsa settimana, da 20,4 Mt nette corte della settimana precedente. Outlook: sideways