Panoramica mercati
I dati USA pubblicati venerdì hanno provocato una reazione molto ottimista da parte dei mercati, con conseguente forte rialzo dei mercati azionari USA (+2,3% per l’S&P 500), forte calo dei rendimenti obbligazionari con riduzione dell’inversione del rendimento sulla curva (il 2 anni USA è sceso di 24pb mentre il 10 anni è sceso di 16pb) e un ribasso del dollaro, con il cambio EUR/USD vicino a 1,07. Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti ha mostrato una creazione di posti di lavoro in linea con le attese a dicembre (+223k ma con una leggera revisione rispetto ai mesi precedenti), un calo del tasso di disoccupazione al 3,5%, ma soprattutto un rallentamento parallelo dei salari a +4,6% a/a. Il buon sentiment borsistico che ha caratterizzato l’inizio dell’anno è stato smorzato ieri quando gli scambi sulle borse americane sono diminuiti e hanno chiuso sostanzialmente invariati (S&P 500 -0,1%, Nasdaq +0,6%).
L’attenzione si sposta dall’interpretazione positiva del rapporto NFP di venerdì a una preoccupante attesa di ciò che mostreranno i dati sull’inflazione di giovedì. Gli scambi in Asia seguono lo stesso tema (Hong Kong -0,9%) ma il Nikkei giapponese va in direzione opposta e sale dello 0,7%. I futures indicano un continuo declino in Europa e negli Stati Uniti. Ieri i tassi di interesse a lungo termine sono andati in una direzione mista, negli Stati Uniti continuando a scendere e in Germania al rialzo. Il rendimento del decennale statunitense è ora scambiato al 3,54%.
Oil
Il mercato petrolifero non ha beneficiato venerdì del vasto ottimismo innescato dai dati economici statunitensi. Logicamente, perché il violento calo dell’indice dei servizi ISM sotto 50 avvalora l’idea che l’economia americana comincerà a girare verso il basso nei prossimi mesi. Tuttavia, per il resto dell’economia mondiale, uno stop al rialzo dei tassi da parte della Fed sarebbe comunque una buona notizia. Il rialzo di ieri, che ha portato il Brent vicino agli 80 $/b (stamattina 79,2 $/b), è più legato alle dichiarazioni ottimistiche di un funzionario cinese sull’imminente ripresa e al fatto che una nave cargo si è arenata nel Canale di Suez. Tuttavia, l’impatto di quest’ultimo evento sembra essere stato trascurabile in quanto l’annuncio del recupero della nave non ha fermato il rimbalzo dei prezzi.
Diversi grandi gestori di fondi petroliferi hanno recentemente assunto una visione piuttosto rialzista sui prezzi in previsione di una ripresa dell’economia cinese. È il caso di Pierre Andurand, che si aspetta che il greggio Brent salga a 140 $/b quest’anno, e di Goldman Sachs. Non c’è dubbio che queste posizioni abbiano contribuito a invertire la tendenza dei prezzi del petrolio alla fine della scorsa settimana. L’amministrazione statunitense ritiene di non aver ricevuto un’offerta sufficientemente allettante e rinvierà l’inizio della ricostituzione delle sue riserve petrolifere strategiche. Questo doveva iniziare a febbraio. Outlook: sideways
GAS
Le vacanze natalizie sono state accompagnate da un clima mite e le previsioni di lungo periodo sono dello stesso avviso (anche in termini di offerta da produzione rinnovabile). La domanda già ridotta dall’effetto prezzi ha quindi registrato livelli incredibilmente bassi portando i sistemi di stoccaggio a registrare iniezioni nette. Le giacenze europee sono intorno all’83%, numeri incredibilmente alti (per l’Italia le condizioni sono ulteriormente positive) che portano i contratti futures a registrare un evidente sconto al rischio per il resto dell’inverno e a creare un inevitabile contango con la prossima summer. La scarica domanda porta anche a una contrazione nelle richieste dei contratti (già risicati) russi, con il Cremlino in evidente difficoltà che apre uno spiraglio sulla ripresa delle forniture da alcuni punti che erano state strategicamente azzerate. Anche sendout LNG e flussi nord-africani non vengono massimizzati, diversamente dalla produzione norvegese costantemente molto alta.
Il verticale calo dei prezzi potrebbe però esser supportato da una ripresa dei consumi (soprattutto industriali, che erano precedentemente stati scoraggiati dai livelli di prezzo) e dalla rinata competizione per i cargo di LNG con l’Asia che comincia a sfoltire le programmazioni delle navi in arrivo in Europa. Questa mattina il mese di febbraio TTF scambia a 72,70 €/MWh (PSV-TTF febbraio -1,40 €/MWh) mentre la summer23 TTF a 75,6 €/MWh (PSV-TTF sum23+0,25 €/MWh). Outlook: sideways
POWER
Inizio di anno molto tranquillo per i prezzi spot power un po’ovunque e, in particolare, in Francia e Germania. Le temperature miti unite alle chiusure industriali del periodo natalizio hanno contenuto il fabbisogno su questi primi giorni del 2023. La settimana in delivery prosegue bearish a causa del vento molto forte che contrae ulteriormente il residual load. Vento e precipitazioni abbondanti, insieme all’acqua che proviene da alcuni fenomeni di disgelo per via delle temperature sopra media, incidono in maniera ancora una volta negativa sui prezzi. I timori sulla scarsa disponibilità di nucleare in Francia sono stati annullati dalla partenza del meteo così bearish.
I prodotti CAL24 sia in Italia, dove per ora c’è poca liquidità, che in Germania scambiano sotto la media mobile a 200 periodi con l’oscillatore RSI in ipervenduto che segnala ancora debolezza inserendosi nel quadro bearish del resto dell’energy complex. Tuttavia l’apertura di nuove posizioni per l’inizio dell’anno nuovo potrebbe portare ad un buy the dip e quindi a dare nuovo sostegno alla curva. Outlook: sideways
CO2
Le aste giornaliere EUA sono riprese lunedì, il che potrebbe aggiungere un’ulteriore pressione al ribasso ai prezzi EUA attraverso l’aumento dell’offerta. Anche il segnale delle ultime previsioni meteorologiche è ribassista poiché si prevede che temperature più miti del normale e condizioni ventose persisteranno nell’Europa continentale. Tuttavia con la partenza dell’anno nuovo la costruzione di nuove lunghe posizioni da parte dei fondi di investimento potrebbero ravvivare l’interesse e sostenere i prezzi. Il commitment of trade pubblicato da ICE corrispondente alla settimana terminata il 30 dicembre mostra che le società di investimento hanno ridotto la loro lunghezza netta di 11 milioni mentre le imprese commerciali hanno aumentato la loro lunghezza netta del 4% (9 milioni). Outlook: sideways